Stiamo sempre più assistendo a una evoluzione degli oggetti di uso quotidiano. Oramai molte delle cose che utilizziamo sono connesse alla rete Internet e sempre più ne vedremo nel futuro. Telefoni e automobili sono ormai connesse ma lavatrici e frigoriferi stanno arrivando.
Questa evoluzione della rete, da “rete di computer” a “rete di dispositivi eterogenei”, ha portato a coniare il termine “Internet of Things”.
La nuova rete comporta non solo un cambio di nome ma anche una trasformazione pratica, ovvero che gli oggetti si rendano riconoscibili e acquisiscano intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri.
Potremmo avere presto dei promemoria che scattino prima del previsto perché ci viene segnalato del traffico sulla strada per raggiungere il nostro appuntamento. Oppure potremmo avere le confezioni dei farmaci che ci avvisino se ci scordiamo di assumerli.
Tutti gli oggetti presenti nella Internet of Things potranno acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. I campi di applicazione sono molteplici: dai processi produttivi, alla logistica e all’infomobilità, fino all’efficienza energetica, all’assistenza remota e alla tutela ambientale.
Ovviamente, come ci hanno insegnato tutte le rivoluzioni tecnologiche, anche l’Internet of Things apre la porta a nuovi scenari di (in)sicurezza.